“Sono i miliardari che decidono la classe politica, ovviamente anche in conflitto tra loro, ma mai in conflitto con il loro sistema. Gli scontri presidenziali rispecchiano i conflitti di interessi nell’oligarchia. E a volte anche la composizione di questi interessi. […] A forza di paragonare lo stato alle imprese private, con l’esaltazione liberista dallo stato azienda, il denaro si è comprato la politica. Non siamo in una democrazia, ma in una denarocrazia.”
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